Cuore Mio

In occasione dell’inaugurazione della mostra Maria Lai. Tenendo per mano il sole al MAXXI di Roma (19 giugno – 12 gennaio 2020), la Fondazione Stazione dell’Arte e la Fondazione di Sardegna, nell'ambito del progetto congiunto "AR/S - Arte condivisa in Sardegna" e "Sentieri Contemporanei", hanno presentato un’anteprima della performance Cuore Mio di Marcello Maloberti, a cura di Davide Mariani.
L’azione ha visto la presenza, all’entrata del museo, di due addetti alla sicurezza intenti a sorreggere il cartello stradale di Ulassai che, in quella circostanza, segnalava l’ingresso alla mostra, collegando idealmente due luoghi distanti ma emblematici della biografia e del percorso di Maria Lai: Ulassai e Roma.
Estraendo il cartello dalle porte di Ulassai e portandolo fino a Roma, Marcello Maloberti, con un gesto tanto semplice quanto efficace, si è fatto metaforicamente carico dell’intera comunità. Quel piccolo paese oggi non guarda più con sospetto all’arte di Maria Lai ma è lì, insieme a lei, per testimoniare il profondo legame tra l’artista e le sue radici, in una sorta di dichiarazione d’amore. Non a caso Maloberti sceglie di intitolare la sua azione Cuore Mio, prendendo ispirazione da un racconto di Salvatore Cambosu (Miele Amaro, 1954), la cui protagonista, Maria Pietra, si trasforma in pietra per salvare il suo amato bambino, Cuore Mio, da un’eterna condanna. 
Il progetto di Marcello Maloberti è in continuità con il capolavoro di Maria Lai Legarsi alla montagna del 1981, che a distanza di quasi quarant’anni continua a propagare la sua eco permettendole di giungere nuovamente fino alla capitale per poi riportarla a Ulassai, dove tutto ha avuto origine. Ed è proprio tra le montagne che oggi trova spazio il cartello stradale di Ulassai installato in verticale, come una bandiera, ad indicare l’inizio di un altro paese sospeso tra cielo e terra.