L’arte ci prende per mano

Sul tema della crescita del bambino incontriamo nel piazzale delle scuole elementari La lavagna,  dove campeggia in bella grafia l’emblematica scritta: L’arte ci prende per mano. Un chiaro invito al viaggio nel mondo dell’arte perché, per mettere insieme il visibile e l’invisibile, il bambino ha bisogno di fiabe, leggende, feste, canti e arte.
Attraverso un’immagine chiara al limite del didascalico, sul supporto dell’opera,  Maria Lai fa uso della parola scritta che aiuta a rendere lampante – e con sotto testo ridotto al minimo, se non addirittura nullo- il valore ed il significato della propria creazione. L’ispirazione che sottende l’opera pare sia stato un episodio della vita dell’artista, da lei vissuto come scoperta e reinterpretazione: invitata da un amica ad accompagnare un piccolo bambino di tre anni per la prima volta all’asilo, Maria rimane colpita dall’atteggiamento dell’insegnante, che per rendere più facile il distacco dei bambini dai genitori, cantando una filastrocca, riesce a farsi seguire e li prende per mano.
“Non importa se non capisci, segui il ritmo”, la frase dell’insegnante ed amico Salvatore Cambosu, ritorna arricchendosi di nuovi significati ed antiche consonanze.
L’opera, è  un monito, affinché le istituzioni scolastiche, non trascurino, ma anzi favoriscano ,il rapporto che il bambino deve intrattenere con il racconto e il mondo della fiaba, ma è anche un richiamo al rigore e alle regole, che sono alla base del nostro percorso umano.